21 . 4 . 19
Sono arrivato ieri. Sabato. Devo fare quelle foto oggi. Prendi nota: Tokyo mi fa schifo. Fa proprio schifo.
23 . 4 . 19
Mi è successa una cosa strana oggi. Una bambina per strada mi ha regalato una cosa. E' solo un sasso, niente di che – niente soldi, non ha voluto. Lo sto guardando da molto. Saranno due ore adesso. Basta, ho fame. Devo mangiare qualcosa.
24 . 4 . 19
Giallo. E' quasi certamente ambra. Lo sto fotografando da punti diversi. La profondità di colore è fuori del comune. Le venature sembrano infinite. Quelle molto piccole. Giallo scuro. Sembra quasi
un occhio. No, è proprio un occhio. Finisco di scaricare le foto.
Questo è proprio un buco di merda. Il wireless è lento. E' troppo lento, riesco a mandarne su solo un paio.
25 . 4 . 19
Ci sono insetti sulle pareti. Stanno camminando sul soffitto. Ne avrò ammazzati una trentina da ieri. Bastardi, sono dappertutto. Esco
26 . 4 . 19
Di nuovo in stazione. Da qui almeno riesco a mandare le altre in ufficio. Mi guardo un po' intorno. Qui siamo ancora nel '17, non si è mosso niente. E' tutto terzo mondo ormai. Dove saranno finiti i primi due?
Voglio tornare dal vecchio in albergo e farmi portare da qualcuno – devono dirmi che cosa è questa. Lo pago. Ne ho ancora abbastanza anche per gli hobby. Mi devo divertire un po'.
Sera. Di nuovo nel buco. Dai miei amici (ora ci parlo). Schifosi pezzetti di vita. Nascono dai rifiuti. Vengono fuori dai rifiuti e ci vogliono punire per averli messi al mondo. Bravi. Vi capisco. Devo pregare ora
27 . 4 . 19
Sono appena tornato – finalmente ho scoperto che cos'è. Solo un portafortuna. Dicono che la bambina l'ha rubato e me l'ha dato per non farsi beccare e ammazzare; dicono questo. Mi piace come lo chiamano – il sasso, dico – lo chiamano la tigre. Dicono che per loro è la stessa cosa; il sasso e la tigre sono uguali. Quanti anni saranno che è morta l'ultima? Sei o sette. Brutta storia.
28 . 4 . 19
Mi è successa un'altra cosa strana. Ho le mani più chiare. Mi tremano anche un po'. Forse è quella cosa, perché l'ho toccata. La dovrei buttare, ma non mi va. La metto in un panno. Magari mi passa.
–
Sto vomitando da due ore
Dormo
30 . 4 . 19
Basta sogni. Terza amfetamina. Sogno cose molto strane
E' come se mi stesse guardando – è un occhio, no? Mi guarda. Ecco che fa. Mi guarda tutto il tempo
Ora la vado a cercare. Mi deve dire dove l'ha presa. Le dico che l'ammazzo. Anzi, l'ammazzo sul serio se non me lo dice. Non mi reggo in piedi. Ho sete adesso
1 . 5 . 19
L'ho fatto?
2 . 5 . 19
Devo pensare. Razionalmente. Io devo pensare. Avevo le mani sporche e le ho lavate. Mi ricordo di questo. Avevo le mani sporche, le ho lavate e ho pulito tutto quanto. CHE COSA HO PULITO?
Ho dormito un po'. Ora va meglio. Probabilmente avevo la febbre. Il sasso è dentro il panno, e il vecchio non mi ha mai visto uscire da qui. Neanche una volta, mi ha detto. Ma non parla bene, sembra quasi inglese. Magari è proprio un mezzo inglese. Comunque non sono uscito. Non mi sono nemmeno mai lavato le mani, le avevo sporche stamattina.
–
C'è qualcosa qui
O cazzo
Forse la devo scrivere per bene. Mi giro, non guardo dentro il muro. Ho il muro alle mie spalle
C'è uno strano rumore qui dietro. E mi sembrano piccoli occhi dentro quella crepa nel muro in alto a destra - piccoli occhi che luccicano.
Ma non è niente. Non è niente, magari topi o chissà che cazzo di animale che va in giro da queste parti. Lo odio questo posto. E' che ho sentito quel rumore e mi sono avvicinato. E da dentro una cosa mi stava guardando
3 . 5 . 19
Non sono più uscito da qui dentro. Ho fame ora, ma non voglio uscire. Ho preso di nuovo l'occhio, lo guardo da un po'. Mi fa stare meglio. Sto molto, molto meglio se lo guardo. Non sento più i rumori se lo guardo bene.
Mi devo avvicinare al muro con l'occhio. Devo guardarci dentro, come ho fatto a non pensarci prima
– maggio 19
sono molto debole. ma devo esserci quasi.
è come passare la mano su uno specchio e guardare la mano che scorre dall'altra parte. si toccano – sono la stessa cosa in fondo. è una sola mano. ma cosa c'è dall'altra parte?
mi sta parlando. ha una voce sottile. la cosa dentro il muro
parla piano. in qualche modo non erano occhi – lo erano per me, che non riesco a vedere oltre il muro. ma sento cosa dice ora.
ci sono altri dove
molti altri dove. per un attimo posso vederli. non riesco più a muovermi. ma io non sono qui
quello che vedo non è fatto per noi che viviamo in basso
tu non sai cosa si prova
vedendo
Sono arrivato ieri. Sabato. Devo fare quelle foto oggi. Prendi nota: Tokyo mi fa schifo. Fa proprio schifo.
23 . 4 . 19
Mi è successa una cosa strana oggi. Una bambina per strada mi ha regalato una cosa. E' solo un sasso, niente di che – niente soldi, non ha voluto. Lo sto guardando da molto. Saranno due ore adesso. Basta, ho fame. Devo mangiare qualcosa.
24 . 4 . 19
Giallo. E' quasi certamente ambra. Lo sto fotografando da punti diversi. La profondità di colore è fuori del comune. Le venature sembrano infinite. Quelle molto piccole. Giallo scuro. Sembra quasi
un occhio. No, è proprio un occhio. Finisco di scaricare le foto.
Questo è proprio un buco di merda. Il wireless è lento. E' troppo lento, riesco a mandarne su solo un paio.
25 . 4 . 19
Ci sono insetti sulle pareti. Stanno camminando sul soffitto. Ne avrò ammazzati una trentina da ieri. Bastardi, sono dappertutto. Esco
26 . 4 . 19
Di nuovo in stazione. Da qui almeno riesco a mandare le altre in ufficio. Mi guardo un po' intorno. Qui siamo ancora nel '17, non si è mosso niente. E' tutto terzo mondo ormai. Dove saranno finiti i primi due?
Voglio tornare dal vecchio in albergo e farmi portare da qualcuno – devono dirmi che cosa è questa. Lo pago. Ne ho ancora abbastanza anche per gli hobby. Mi devo divertire un po'.
Sera. Di nuovo nel buco. Dai miei amici (ora ci parlo). Schifosi pezzetti di vita. Nascono dai rifiuti. Vengono fuori dai rifiuti e ci vogliono punire per averli messi al mondo. Bravi. Vi capisco. Devo pregare ora
27 . 4 . 19
Sono appena tornato – finalmente ho scoperto che cos'è. Solo un portafortuna. Dicono che la bambina l'ha rubato e me l'ha dato per non farsi beccare e ammazzare; dicono questo. Mi piace come lo chiamano – il sasso, dico – lo chiamano la tigre. Dicono che per loro è la stessa cosa; il sasso e la tigre sono uguali. Quanti anni saranno che è morta l'ultima? Sei o sette. Brutta storia.
28 . 4 . 19
Mi è successa un'altra cosa strana. Ho le mani più chiare. Mi tremano anche un po'. Forse è quella cosa, perché l'ho toccata. La dovrei buttare, ma non mi va. La metto in un panno. Magari mi passa.
–
Sto vomitando da due ore
Dormo
30 . 4 . 19
Basta sogni. Terza amfetamina. Sogno cose molto strane
E' come se mi stesse guardando – è un occhio, no? Mi guarda. Ecco che fa. Mi guarda tutto il tempo
Ora la vado a cercare. Mi deve dire dove l'ha presa. Le dico che l'ammazzo. Anzi, l'ammazzo sul serio se non me lo dice. Non mi reggo in piedi. Ho sete adesso
1 . 5 . 19
L'ho fatto?
2 . 5 . 19
Devo pensare. Razionalmente. Io devo pensare. Avevo le mani sporche e le ho lavate. Mi ricordo di questo. Avevo le mani sporche, le ho lavate e ho pulito tutto quanto. CHE COSA HO PULITO?
Ho dormito un po'. Ora va meglio. Probabilmente avevo la febbre. Il sasso è dentro il panno, e il vecchio non mi ha mai visto uscire da qui. Neanche una volta, mi ha detto. Ma non parla bene, sembra quasi inglese. Magari è proprio un mezzo inglese. Comunque non sono uscito. Non mi sono nemmeno mai lavato le mani, le avevo sporche stamattina.
–
C'è qualcosa qui
O cazzo
Forse la devo scrivere per bene. Mi giro, non guardo dentro il muro. Ho il muro alle mie spalle
C'è uno strano rumore qui dietro. E mi sembrano piccoli occhi dentro quella crepa nel muro in alto a destra - piccoli occhi che luccicano.
Ma non è niente. Non è niente, magari topi o chissà che cazzo di animale che va in giro da queste parti. Lo odio questo posto. E' che ho sentito quel rumore e mi sono avvicinato. E da dentro una cosa mi stava guardando
3 . 5 . 19
Non sono più uscito da qui dentro. Ho fame ora, ma non voglio uscire. Ho preso di nuovo l'occhio, lo guardo da un po'. Mi fa stare meglio. Sto molto, molto meglio se lo guardo. Non sento più i rumori se lo guardo bene.
Mi devo avvicinare al muro con l'occhio. Devo guardarci dentro, come ho fatto a non pensarci prima
– maggio 19
sono molto debole. ma devo esserci quasi.
è come passare la mano su uno specchio e guardare la mano che scorre dall'altra parte. si toccano – sono la stessa cosa in fondo. è una sola mano. ma cosa c'è dall'altra parte?
mi sta parlando. ha una voce sottile. la cosa dentro il muro
parla piano. in qualche modo non erano occhi – lo erano per me, che non riesco a vedere oltre il muro. ma sento cosa dice ora.
ci sono altri dove
molti altri dove. per un attimo posso vederli. non riesco più a muovermi. ma io non sono qui
quello che vedo non è fatto per noi che viviamo in basso
tu non sai cosa si prova
vedendo
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